Le previsioni di crescita del Pil per il 2024 contenute nel DEF appena approvato appaiono prudenti – forse anche deludenti – ma realistiche: il documento prende atto dell’attuale fase difficile, pesantemente condizionata dalle tensioni internazionali e dai loro effetti sull’economia.
Così Confesercenti.
Rispetto alla NaDEF, la variazione prevista per il Pil quest’anno dal DEF passa dall’1,2 all’1%. Una revisione al ribasso di lieve entità, che però conferma il rallentamento della crescita dell’economia italiana e che si traduce in margini di manovra più stretti per le finanze pubbliche. Un punto essenziale, visto che quello delle risorse è il nodo da sciogliere per mantenere il Paese su un sentiero di crescita. Bisogna selezionare gli interventi, puntando su quelli che possono portare maggiore beneficio. Tra questi, ci sembra fondamentale rinnovare anche per il 2025 il taglio del cuneo.
A questo proposito, apprezziamo le assicurazioni del Ministro Giancarlo Giorgetti: il taglio è una misura di sostegno apprezzata dalle famiglie ed efficace per dare una spinta ai consumi e al Pil. Con una conferma dei provvedimenti anche nel 2025 la spesa delle famiglie, secondo le nostre stime elaborate con CER, aumenterebbe dello 0,7% con un PIL in crescita dell’1,1%. Un aumento che permetterebbe di riavvicinare, dopo ben 18 anni, i livelli dei consumi che si registravano prima della grande crisi finanziaria internazionale del 2007-2008. Senza taglio del cuneo, invece, le dinamiche positive rischiano di venire meno: in questo caso le simulazioni Confesercenti-CER mostrano che l’incremento dei consumi si abbasserebbe allo 0,2%, quello del Pil allo 0,8%.
Via libera del Cdm al Documento di economia e finanza. Il Pil del 2024 è stato fissato al +1%
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